Sempre più nella società globale contemporanea il contributo del genio femminile allo sviluppo di arti, scienze, tecnologia, e l’apporto delle donne in tutti gli ambiti del sapere stanno raggiungendo, talvolta oltrepassando, la tradizionale predominanza maschile.
Un mondo maschilista
Studio, ricerca, insegnamento sono stati per secoli appannaggio dell’universo esclusivamente maschile. Storicamente, le donne che potevano avere accesso all’istruzione erano una minoranza e si trattava per lo più di religiose che all’interno del convento si dedicavano a studi umanistici o che potevano accedere alla biblioteca.
Se pensiamo alla scienza, il contributo femminile è sempre stato meno rilevante, ma non per importanza; semplicemente meno donne erano ammesse nelle Università per studiare medicina, o matematica, o ingegneria; chi avrebbe mai voluto farsi curare da un medico donna nell’Ottocento?
Invece, importantissimi contributi alla matematica, alla scienza, alla biologia, alla chimica e alla fisica sono arrivati da tenaci ricercatrici, insegnanti, studiose e scienziate; rimane, tuttavia, ancora oggi un sottile pregiudizio che raddoppia la fatica di una donna per ottenere la stessa considerazione dei colleghi uomini.
Pensando al mondo dell’arte, della pittura, della scultura, della letteratura, della musica, del design, dell’architettura, del web design, dei cartoons o del cinema, ci verranno subito in mente decine di nomi maschili famosissimi, mentre faremmo fatica a trovare almeno una decina di donne di pari merito. Per una decina di Michelangelo, Da Vinci, Caravaggio, Muti, Piano, Pavarotti, dovremo contare sulla punta delle dita le Artemisia Gentileschi, le Zaha Adid, le Maria Callas. Questi sono esempi di persone universalmente famose, ma ce ne sono centinaia e centinaia che nessuno conosce, o ha conosciuto in passato, perché il loro lavoro intellettuale non è stato riconosciuto o apprezzato come avrebbe meritato.
Tutto ciò è stato possibile grazie a una cultura che relegava la donna in casa, addetta alle mansioni manuali e pratiche, escludendola dalla vita intellettuale, sia a livello di studio sia di lavoro. Questa situazione, almeno in Europa, e in particolare nel Sud dell’Europa è perdurata almeno fino al secolo scorso, e in alcune zone del pianeta non si tratta solo di un ricordo. La divisione fra opere manuali o di intelletto resiste ancora in schemi mentali improntati a uno spirito patriarcale o addirittura maschilista.
Il cambiamento di mentalità nei confronti delle donne
Tuttavia, fortunatamente, il cammino della società va verso l’evoluzione, o, se non altro, verso un naturale cambiamento dovuto a tutta una serie di mutazioni dei modelli sociali e culturali che si sono via via imposti nell’ultima parte del secolo precedente. Ecco allora che ci si accorge sempre più del fondamentale apporto femminile in ogni ambito della società civile. Sempre più numerosi sono i riconoscimenti pubblici al lavoro intellettuale, scientifico e artistico di artiste, dottoresse, biologhe, chimiche, ingegneri, scrittrici, attrici, cantanti e danzatrici.
Sempre più associazioni private o enti pubblici istituiscono premi e riconoscimenti per sottolineare, far conoscere e diffondere il genio femminile; premi letterari, musicali, matematici, cinematografici assegnati a donne si sono affiancati negli ultimi decenni a quelli tradizionalmente assegnati a uomini. Premi e riconoscimenti sono un forte incentivo per la prosecuzione della ricerca e degli studi da parte di giovani studentesse o di diplomate, laureate, artiste o studiose.
Istituire premi dedicati all’intelletto declinato al femminile non significa privare il genio maschile di qualcosa, ma significa che, finalmente, si comincia a capire che l’altra metà della mela ha lo stesso cervello funzionante e la stessa capacità intuitiva e artistica degli uomini.
Solo, che, forse, ce ne stiamo accorgendo con qualche secolo di ritardo.